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Occupazione abusiva in Val di Susa: oggi la misura cautelare dei Carabinieri di Torino

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Una storia che si è trascinata per più di un anno e mezzo, e che probabilmente oggi vedrà la sua conclusione. Dopo le segnalazioni dei Corpi locali, da questa mattina i Carabinieri di Torino stanno notificando una misura cautelare per l’area della Val di Susa.

Carabinieri di Torino: il comunicato sull’azione in Val di Susa

Nello specifico, si tratta di un documento incentrato sul divieto di dimora. Nel mirino un gruppo di attivisti anarco-ambientalisti, che stanno occupando abusivamente dal 2018 la Chiesa di Claviere e la casa cantoniera di Oulx. L’operazione è stata notificata in un comunicato stampa emesso direttamente dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino. Di seguito, ecco riportato il contenuto del documento:

Torino. 10 giugno 2020. Da stamattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo una misura cautelare di divieto di dimora, emessa dal GIP del Tribunale di Torino su richiesta del gruppo criminalità organizzata, comune e sicurezza urbana della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 17 attivisti (14 italiani e 3 francesi) in parte aderenti alla compagine anarco-ambientalista “Briser Les Frontieres”, in parte componenti dell’antagonismo torinese e valsusino.

L’indagine dei militari dell’Arma, condotta tra febbraio 2018 e marzo 2020, ha dimostrato la responsabilità, a vario titolo, dei predetti (tra i quali figurano 12 donne) per i reati di invasione di edifici e violazione di domicilio. I fatti contestati si riferiscono all’occupazione abusiva della Chiesa della Visitazione di Maria Santissima di Claviere avvenuta tra il 22 ed il 23 marzo 2018 ed all’invasione della Casa Cantoniera ANAS di Oulx del 9 dicembre dello stesso anno, entrambe trasformate in rifugi autogestiti utilizzati per iniziative di lotta e propaganda politica, nonché per fornire assistenza ai migranti irregolari che volevano oltrepassare il confine transalpino attraverso il valico del Monginevro.”

Make-up e mascherina: come truccare occhi e labbra

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Il Covid-19 ha cambiato molte delle nostre abitudini e fra queste anche quelle inerenti al make-up.

Dovendo indossare per molte ore la mascherina e in tutti i luoghi chiusi nonché anche per le vie di alcune città, il make-up potrebbe essere un po’ sacrificato.

Ma se non si vuole rinunciare ad un bel trucco bisogna trovare il giusto compromesso. Se prima erano le labbra ad essere enfatizzate o una meticolosa base sul viso, adesso ne fanno da protagonisti gli occhi.

Vediamo quindi come truccare il viso quando si deve indossare sopra la mascherina protettiva.

Fondotinta o cipria: la base

Nonostante gran parte del viso sia coperto non bisogna rinunciare a una buona base per il vostro trucco. È fondamentale però scegliere dei prodotti differenti da quelli usati in precedenza.

Se siete amanti del fondotinta è meglio sceglierne uno che non macchi la mascherina. Quindi via libera a fondotinta no transfer e a lunga tenuta.

Per un effetto più naturale e leggero, un fondotinta liquido a base di acqua è ciò che fa al caso vostro.

Se il fondotinta vi sembra troppo, potete stendere un leggero velo di cipria colorata, purché sia della vostra stessa (o molto simile) tonalità di colore della pelle.

In entrambi i casi dovrete preparare la vostra pelle al trucco, detergendo bene il viso al mattino e mettendo una crema idratante e protettiva dai raggi UV.

Se pensate che avrete la possibilità di togliere la mascherina e volete avere un viso ben truccato, potete spennellare un po’ di blush sugli zigomi.

Puntate sugli occhi

Gli occhi saranno la zona del viso più in vista e quindi perché non puntare proprio su di essi.

Se vi piacciono i colori e siete abituate a portarli con disinvoltura, gli ombretti diventeranno i vostri migliori amici.

Per un effetto invece, più nude ma curato, stendete sulla palpebra un po’ di correttore e un leggero strato di ombretto nude o dei colori della terra e arricchite il tutto con tanto mascara.

Per uno sguardo più sexy e magnetico colorate la riga interna del vostro occhio con una matita nera a lunga tenuta.

Per un look più sofisticato, scegliete di realizzare una sottile linea sull’attaccatura delle ciglia, fatelo con l’aiuto di un eyeliner nero. Anche in questo caso il mascara è d’obbligo.

Tutti i prodotti che andrete ad usare sugli occhi devono essere a lunga tenuta.

E le labbra?

Chi l’ha detto che le labbra non devono più essere considerate.

Per tutte le amanti dei rossetti vogliamo dare una bella notizia, che si veda o meno, se le vostre labbra vi piacciono truccate, non rinunciate al vostro rossetto preferito.

In primis, bisogna essere belle per sé stesse, a prescindere se qualcuno ci vedrà o meno.

Ma se l’occasione vi sarà favorevole nel togliere la mascherina potete sempre indossare sotto un rossetto no transfer (obbligatoriamente) e soprattutto che sia matt e a lunga tenuta. Così quando toglierete la mascherina avrete delle labbra bellissime, curate e colorate.

Per un effetto più duraturo, applicate sotto il rossetto una matita per labbra, picchiettate con una velina e successivamente stendete il rossetto.

A sua volta, il rossetto dovrà essere fissato con un po’ di cipria incolore.

Non dimenticare anche in questo caso la cura delle tue labbra prima del trucco.

Ogni sera prima di andare a dormire stendi uno strato generoso di balsamo per le labbra e almeno 2 volte a settimana applica uno scrub leggero.

Anche prima di truccarti dovrai stendere un po’ di balsamo per le labbra e dopo un paio di minuti potrai truccarti.

 

Firmata l’ordinanza: in Piemonte mascherine obbligatorie fino al 2 giugno

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Sembrava essere arrivato il momento tanto atteso, quello della svolta: certo non definitiva ma graduale, come era normale che fosse. E forse è proprio questo dettaglio, che poi tanto un dettaglio non è, ad essere sfuggito ad un numero eccessivo di persone.

Il Piemonte si è visto messo a dura prova dai suoi stessi cittadini nelle ultime settimane, allo stesso modo di quanto accaduto in altre regioni. E così sono arrivate le conseguenze. Non è passato troppo tempo dal momento in cui l’Italia intera ha provato a ripartire, passo dopo passo, in seguito al lockdown forzato che ha colpito tutti per praticamente due mesi.

Piemonte: assembramenti eccessivi e movida

Tuttavia in più di una zona geografica si sono verificati episodi che hanno dimostrato una scarsa obbedienza nei confronti delle regole generali, e che hanno portato i rispettivi governatori a compiere delle scelte. Quanto accaduto pochi giorni fa a Torino ne è un esempio perfetto.

La goccia che sembra aver fatto traboccare il vaso è stata la presenza massiccia di cittadini, assembrati per le vie del centro e in particolare nella zona di Piazza Vittorio e della Gran Madre, in occasione del passaggio delle Frecce Tricolori. Ma già prima di questo episodio, nelle serate precedenti, si erano verificati alcuni episodi indicativi di una ripresa degli assembramenti.

Festa della Repubblica: mascherine obbligatorie

Situazioni che hanno portato la Regione a prendere una decisione ben mirata, una nuova stretta. Per la salute degli stessi cittadini certo, ma che funge anche da importante monito. Il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha infatti firmato una nuova ordinanza in merito all’utilizzo delle mascherine.

Sarà obbligatorio portare le mascherine all’aperto in tutta la regione Piemonte, nei centri abitati e nelle aree commerciali, fino al 2 giugno. E più precisamente durante il ponte a cui ci stiamo per affacciare, per la Festa della Repubblica: quello che va dal 29 maggio al 2 giugno stesso. Una decisione che non farà piacere certamente a chi si stava riabituando ad una progressiva normalità: tra le altre cose, anche per chi ama truccarsi. Ma un segnale forte di contrasto alla movida ed agli assembramenti.

Come aprire un’attività commerciale a Torino

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Il mondo del lavoro è un ambito davvero complesso, che richiede da parte di chiunque una logica necessità di adattamento: nel momento in cui ci affacciamo a questo settore, qualsiasi sia il nostro percorso precedente, è fisiologico avere bisogno di alcune tempistiche per poter assimilare l’enorme quantità di informazioni da cui veniamo davvero bombardati.

Dall’altra parte però, si tratta di un mondo che ci offre realmente una selezione infinita di possibilità: ovviamente molto dipende dai nostri gusti e dalle nostre capacità, ma di fronte ai nostri occhi si apre un vero e proprio universo di variabili. Tra queste, c’è anche quella di lavorare in proprio e non quindi come dipendente per qualcun altro.

Aprire una propria attività non è però così semplice, da nessuna parte: sono richiesti infatti alcuni requisiti, e per tutta una serie di altri aspetti dovremo essere bravi noi ad attrezzarci di modo da non farci mai trovare impreparati. Per questo è importante capire come scegliere il commercialista a cui affidarsi, perché un professionista potrà darci una grossa mano. Vediamo però nello specifico come aprire un’attività commerciale a Torino.

I requisiti: chi può aprire un’attività commerciale

Partiamo da questo presupposto: a Torino così come in qualsiasi altro luogo, non tutti possono aprire una propria attività, che si tratti di un negozio o di un locale. Esistono infatti alcuni vincoli che vanno a costituire dei limiti assoluti, decisamente di grande importanza, per alcune persone.

L’apertura di un’attività non è infatti un percorso particolarmente selettivo, ma è destinato a tutta quella fascia di popolazione che rientra in determinati requisiti. Il primo è quello di essere maggiorenne, per ovvie ragioni. Un’altra caratteristica che è necessario presentare è quella di essere “puliti di fronte alla legge” ovvero possedere una serie di requisiti morali.

In sostanza, sono escluse tutte quelle persone che: hanno dichiarato fallimento in attività precedenti; hanno riportato una condanna definitiva con pena superiore ai tre anni; hanno ricevuto due o più condanne nei cinque anni precedenti l’inizio dell’attività; sono sotto sorveglianza speciale; sono state dichiarate “delinquenti abituali, professionali o per tendenza” oppure sono state condannate per determinati crimini.

Tutte le persone che rientrano in una di queste categorie, sono impossibilitate ad aprire una propria attività commerciale. Si tratta quindi di un insieme di controlli volti a garantire la serietà dell’attività stessa, ma anche la sua legalità e non da ultima la sicurezza di tutti i possibili clienti.

Passi da muovere e fattori da considerare

Nel caso in cui il nostro profilo rientrasse nelle caratteristiche sopra citate, vediamo allora quali sarebbero i passi da muovere nel concreto per aprire un’attività a Torino. In primo luogo dovremo sicuramente inviare la Comunicazione Unica per iscriverci alla Camera di Commercio del Piemonte ed ottenere la Partita IVA. Dopodiché, dovremo scaricare il modulo per la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) dal sito del Comune di Torino.

Il terzo passo consisterà nel rivolgerci alla nostra Azienda Sanitaria Locale (ASL) di riferimento per ottenere la licenza sanitaria per il locale. Quest’ultimo infatti dovrà rispettare determinate regolamentazioni: essere registrato con destinazione di uso commerciale; avere una superficie minima di 9 mq; essere dotato di tutti gli strumenti di sicurezza necessari; possedere un wc a uso esclusivo dei dipendenti, un deposito collegato al locale di vendita e impianti idraulici ed elettrici a norma di legge; essere accessibile a persone disabili.

Tutti questi regolamenti devono essere considerati come una buona base, uguale per tutti. È però poi necessario verificare eventuali differenze rivolgendoci all’ufficio comunale che si occupa di commercio, perché bisogna tenere a mente anche il fatto che ogni Comune può decidere di aggiungere requisiti specifici per i locali commerciali.

Come gestire il proprio budget quando si gioca online

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È sempre più diffusa ed ormai comune la possibilità di giocare d’azzardo direttamente utilizzando il nostro dispositivo mobile nel ruolo di supporto, senza doverci recare nei luoghi fisici adibiti a questa attività. Questa modalità in termini tecnici consiste in gaming e gambling online: si tratta semplicemente dello spostamento sul virtuale della classica attività di scommesse.

Nel momento in cui decidiamo di giocare online dobbiamo però tenere conto di una serie di fattori, che in alcuni casi amplificano i fattori di cui dovevamo tenere conto nel reale ed in altri casi li ricalcano. Per prima cosa sarà ovviamente sempre necessario affidarsi ad un sito che operi nella legalità e che sia quindi sicuro, come per esempio casinoonlineaams.com. Un altro aspetto fondamentale è quello legato alla gestione del budget.

Il budget ed il bankroll

Questo aspetto è in realtà da sempre primario, anche per quel che riguarda il gaming fisico, ma considerate le qualità stesse del gioco virtuale è forse ancora più importante prestare questo tipo di attenzioni. Per approfondire in maniera adeguata l’argomento è molto rilevante introdurre il concetto di bankroll: questo è in buona sostanza l’intero capitale che un giocatore mette a disposizione per la propria sessione di gioco.

Il termine nasce in realtà come specificatamente legato al gioco del Poker, ma nel corso degli anni si è di fatto esteso a comprendere anche tutti gli altri ambiti del gioco d’azzardo. Ad ogni modo, la sua funzionalità com’è intuitivo è proprio quella di porre un limite al giocatore: fermarlo quindi dopo una certa soglia di soldi spesi, impedendogli di superare un certo budget che egli aveva stabilito già in precedenza.

Se non vengono posti determinati indicatori ed “assistenti” come può essere per l’appunto il bankroll, è infatti molto difficile limitarsi e non essere pervasi da altri sentimenti quali per esempio la voglia di rivalsa immediata dopo aver perso una certa somma. Proviamo allora di seguito ad osservare quali sono le metodologie migliori con cui gestire il proprio budget e, di conseguenza, anche il proprio bankroll.

Come gestire il proprio budget online

Il mondo del gioco d’azzardo non è semplice sul web esattamente come non lo è nella versione tradizionale e “concreta”, in particolare per coloro che magari non sono particolarmente esperti del settore e vi si affacciano per le prime volte. Sicuramente il primo e più importante passo è quello di calcolare adeguatamente e dettagliatamente budget e bankroll che si hanno a disposizione: è ovvio che già in questo momento non dovremo superare le nostre possibilità.

Ma questo passaggio è molto utile anche per un altro motivo: perché ci permette di non andare a giocare a livelli troppo alti: in termini di capacità e competenze, ma anche di possibilità finanziarie. Al di là di questo è importante precisare che non esiste un metodo assoluto da seguire con la certezza che funzionerà: possiamo però attingere da alcune interessanti strategie e tecniche che ci indirizzeranno.

In primo luogo il consiglio principale è quello di non effettuare puntate troppo alte. Nel momento in cui stabiliamo un budget e di conseguenza un bankroll, è sconsigliabile puntare più del 2% alla volta: molto meglio è invece dividere la somma totale in unità più piccole, pari alle nostre puntate medie.

C’è poi da considerare tutta una questione legata al tipo di campi sui quali andiamo a giocare, che può incidere in maniera davvero importante sul nostro budget. Sarà infatti meglio, soprattutto all’inizio, scegliere solo determinati giochi che ci permettano di ridurre i rischi di eventuale perdita. Per esempio tutti quei giochi che presentino un margine della cassa il più basso possibile, oppure – parlando di slot machina – le macchine con bassa volatilità.

Trend in crescita del gioco d’azzardo in Italia?

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Sono pochi i settori che possono vantare una crescita netta ed evidente come quella registrata dal gioco d’azzardo, per quel che riguarda il periodo che comprende gli ultimi anni. Non un periodo eccessivamente lungo, poiché questo incremento più che essere progressivo ha davvero bruciato le tappe. Si parla ovviamente del contesto italiano, ma in realtà è una tendenza che si è verificata a livello generale in tutto il mondo.

Da che cosa è motivata questa crescita? In realtà se ci fermiamo ad analizzare la situazione la risposta ci sarà piuttosto evidente, ma cominciamo dai dati di fatto: ad oggi sono sempre di più le persone che, nel momento in cui si approcciano al gioco d’azzardo, decidono di farlo su piattaforme virtuali come per esempio casinosicurionline.net piuttosto che recandosi in luoghi fisici adibiti a questa attività.

La crescita degli ultimi anni

Un trend che è in costante aumento, e che può essere spiegato semplicemente osservando le caratteristiche intrinseche del settore. Per quel che riguarda il contesto storico, va segnalato sicuramente il fatto che il gioco d’azzardo e le scommesse sono da sempre stati particolarmente apprezzati dal popolo italiano. Non è infatti un caso che siano così tanti i luoghi fisici ad esso adibiti: casinò, sale gioco, centri scommesse.

Nel corso degli ultimi anni però la tendenza sembra essersi invertita, o comunque modificata in maniera piuttosto sensibile. A che cosa facciamo riferimento? Per l’appunto al boom vissuto dalla frangia online di questo settore. Il processo di digitalizzazione e l’evoluzione tecnologica hanno infatti coinvolto anche questo ambito, che si è spostato anche sul web: il gaming online è sempre più diffuso ed apprezzato.

Le ragioni sono da rintracciare all’interno delle stesse peculiarità di questa modalità di gioco. Il gaming virtuale è infatti in grado di offrire agli utenti un tipo di servizio unico per quel che riguarda l’aspetto della comodità: la possibilità di giocare ovunque ed in qualsiasi momento è stata una vera e propria svolta per il settore, il reale elemento determinante che ha portato un numero sempre maggiore di utenti a frequentare queste piattaforme.

Sulla scia di quanto abbiamo appena detto, non deve quindi stupire che nel corso degli ultimi quattro anni la percentuale di incidenza sul paniere del settore totale da parte dell’online sia aumentata esponenzialmente fino a raggiungere il 33%: un terzo delle entrate totali, in un periodo così breve. Ed è proprio per questo motivo che il 2019 è stato l’anno dei record per l’ambito del gioco virtuale.

Situazione attuale e scenari futuri

Per quanto riguarda invece il passato più recente ed il presente, è necessario contestualizzare molto bene la situazione prima di sbilanciarsi in eventuali commenti affrettati. Quel che è certo è che l’avvio di questo 2020 si era collocato sugli stessi binari degli anni precedenti, con una crescita ulteriore e numeri molto positivi nel primo bimestre. Poi, è arrivata la pandemia di Coronavirus che in qualche modo ha sparigliato le carte in tavola.

Il virus ha infatti colpito in maniera importante tutti i settori economici, ad eccezione di quelli che da sempre vivono nel virtuale: in questo senso, il gaming online ha ricevuto una sorta di ulteriore spinta dall’incredibile situazione che è venuta a crearsi. Il lockdown forzato e la quarantena infatti hanno spinto gli italiani a trascorrere un tempo maggiore in rete, e quindi anche a frequentare di più i casinò online.

È chiaro però che la crescita netta registrata in questi ultimi due mesi rappresenti dei dati molto relativi: già in questi giorni infatti l’Italia ha allentato le misure restrittive e dunque è sempre più vicino un – pur progressivo – ritorno alla normalità. Bisognerà capire, in una situazione di classica quotidianità, quanti di questi nuovi utenti saranno interessati a rimanere presenti online.

Metropolitana di Torino: linee, orari e biglietti

Vorresti sapere di più sulla metropolitana di Torino sia per curiosità storica ma anche per avere le informazioni esatte per gli orari e i biglietti delle linee metropolitane? Ecco la guida definitiva sulla metropolitana di Torino!

Sono tante le città nel mondo che ad oggi vantano un sistema di trasporti pubblici assolutamente collaudato ed efficace, anzi in continua espansione. E con questa descrizione è impossibile non fare riferimento anche e soprattutto alla rete di metropolitana.

L’evoluzione che ha caratterizzato l’andamento demografico a livello globale negli ultimi decenni parla di una crescita costante, per certi versi anche incontrollata. Al di là di questo tipo di riflessioni è interessante notare come tutte le Nazioni, o perlomeno quelle che ne hanno avuto la possibilità, abbiano cercato in questo periodo di stare al passo con questo incremento, adattandosi alle sue necessità.

Un servizio specifico al quale bisogna ammettere che la città di Torino sia arrivata piuttosto in ritardo rispetto alla media. Eppure, il pensiero già persisteva da lungo tempo. E adesso che la metropolitana torinese è realtà ormai da qualche anno, porta con sé anche qualche particolarità e dato molto interessante.

Metropolitana di Torino: i primi tentativi storici

Il progetto di un sistema metropolitano nel capoluogo piemontese aleggiava nell’aria addirittura dai primi anni ‘20 del 1900, quando si guardava a questa utile e quasi futurista innovazione che città straniere quali Londra e Parigi potevano già vantare. Questa idea basilare prevedeva il passaggio della metropolitana in una zona adiacente a Via Roma, una delle arterie principali della città di Torino.

Il modello venne accantonato e rispolverato a più riprese per circa un quarantennio, durante il quale non venne nella pratica effettuato un grande numero di lavori ad eccezione di alcuni scavi sotterranei, che sono poi con il tempo stati trasformati e rimodernati e costituiscono ad oggi un vasto sistema di parcheggi sotterranei comunicanti. Sicuramente uno strumento molto utile per turisti e lavoratori, ma non lo scopo a cui erano inizialmente stati preposti.

Per delle novità sostanziali sul progetto metropolitana bisogna invece aspettare Italia ’61, nel cui contesto venne costituita la Società per la Metropolitana Piemontese ed il progetto venne ripreso in mano. Per poi venire però nuovamente abbandonato. Processo simile si verificò negli anni ’80, e così anche nei primi anni ’90. Un progetto perpetuo insomma, che sembrava non arrivare mai ad una concretizzazione.

Il progetto e la sua realizzazione

La svolta arriva invece nell’aprile del 1999, quando il progetto precedente (l’ultimo in ordine temporale, quello risalente all’inizio dello stesso decennio) viene recuperato. Questo evento coincide con la nascita della GTT, ovvero il Gruppo Torinese Trasporti. In questo anno vengono quindi gettate le basi teoriche, progettuali e tecniche per la futura realizzazione, questa volta in via definitiva.

Ed infatti i lavori cominciano ufficialmente, per la prima volta nella storia, il 19 dicembre 2000. Non si tratta di una data né di un periodo storico casuali: questi lavori furono infatti inseriti all’interno della modernizzazione collettiva della città in vista dei XX Giochi Olimpici Invernali, che avrebbero avuto luogo nel 2006. Lo scopo era ovviamente quello di poter garantire non solo ai cittadini, ma anche a tutti i turisti che sarebbero accorsi e perché no anche agli sportivi, la possibilità di muoversi più agevolmente per le strade di Torino.

Proprio il 4 febbraio 2006, in occasione delle citate Olimpiadi, la metropolitana torinese viene quindi inaugurata: un traguardo storico per l’impianto in sé e per la città in generale. Ma i lavori non erano ancora terminati, e non lo sono tutt’ora. Il Comune e la Regione stanno procedendo passo dopo passo per arrivare al completamento dell’opera. Nel frattempo sono stati approvati anche una serie di interventi di prolungamento delle tratte.

Le peculiarità della metropolitana di Torino

Nonostante come abbiamo visto le tempistiche non siano state rapide per la realizzazione del progetto, la metropolitana di Torino può vantare una caratteristica davvero innovativa a livello globale: essa è infatti la prima metropolitana a guida automatica in Italia, ovvero è priva di qualsiasi guidatore.

Nello specifico la guida è di tipo VAL (Veicolo Automatico Leggero) 208, una tipologia ideata per garantire la massima sicurezza ai passeggeri grazie ad un sistema specifico e dettagliato di controllo automatico dei freni. Rientra inoltre nella categoria delle metropolitane di tipo leggero ed in quella delle metropolitane su gomma.

Per quel che riguarda invece quello che potremmo definire l’ordine a cui appartiene, è gestita dalla già citata GTT come tutti gli altri mezzi di trasporto pubblici sul territorio torinese.

Il percorso e le fermate Metropolitana Torino

L’attuale percorso della metropolitana di Torino ricalca quello che era in origine proprio del tram 1, sulla superficie cittadina. Questo tratto è però stato allungato in modo da collegare il centro cittadino – e in particolare le stazioni di Porta Nuova e Porta Susa – con due poli esterni alla città.

Nella pratica il tempo medio di percorrenza totale varia tra i 20 ed i 25 minuti, con un tempo medio invece corrispondente a 60 secondi tra una fermata e l’altra. Tuttavia, come detto in precedenza, la costruzione non è ancora terminata ed infatti è in corso la realizzazione di due prolungamenti: uno a Sud, a partire dal Lingotto e ad arrivare a Piazza Bengasi (al confine con Moncalieri), ed un altro a Ovest in direzione Collegno.

Di seguito vediamo invece l’elenco totale delle attuali fermate della metropolitana di Torino, ad oggi in funzione:

Fermi – Paradiso – Marche – Massaua – Pozzo Strada – Monte Grappa – Rivoli – Racconigi – Bernini – Principi d’Acaja – XVIII Dicembre – Porta Susa – Vinzaglio – Re Umberto – Porta Nuova – Marconi – Nizza – Dante – Carducci/Molinette – Spezia – Lingotto

Metropolitana Torino: gli orari e le tariffe

Passiamo adesso agli ultimi aspetti da considerare, ovvero le disponibilità temporali di questo servizio pubblico ed il costo che il tragitto ha nei confronti degli utenti: quest’ultimo dato sarà differenziato tra biglietti ed abbonamenti, con casistiche varie relative ad eventuali sconti.

Cominciamo dalle notizie relative agli orari, tenendo conto che per i giorni festivi la validità è la stessa della domenica:

Lunedì: dalle 5.30 alle 22.00 (ultima partenza da Fermi alle 21.10; ultima partenza da Lingotto alle 21.35)
Martedì: dalle 5.30 alle 00.30 (ultima partenza da Fermi alle 23.40; ultima partenza da Lingotto alle 00.05)
Mercoledì: dalle 5.30 alle 00.30 (ultima partenza da Fermi alle 23.40; ultima partenza da Lingotto alle 00.05)
Giovedì: dalle 5.30 alle 00.30 (ultima partenza da Fermi alle 23.40; ultima partenza da Lingotto alle 00.05)
Venerdì: dalle 5.30 alle 01.30 (ultima partenza da Fermi alle 00.40; ultima partenza da Lingotto alle 01.05)
Sabato: dalle 5.30 alle 01.30 (ultima partenza da Fermi alle 00.40; ultima partenza da Lingotto alle 01.05)
Domenica: dalle 7.00 alle 01.00 (ultima partenza da Fermi alle 00.10; ultima partenza da Lingotto alle 00.35)

Di seguito invece tutte le informazioni relative alle varie modalità di acquisto dei biglietti e degli abbonamenti. In questo caso bisogna tenere in considerazione il fatto che questi sono dati indicativi e generali, e che potrebbero nel corso dell’anno subire eventuali variazioni. Per saperne di più in qualsiasi momento, è consigliabile consultare il sito ufficiale del Gruppo Trasporti Torino.

Su smart card BIP:
Biglietto “City 100” (€ 1,70)
Biglietto giornaliero “Daily” (€ 3,00)
“Multi Dalily 7” (€ 17,50)
Abbonamento mensile Under 26 (€ 25,00)
Abbonamento ordinario annuale Under 26 (€ 258,00)

Su supporto chip on paper:
Biglietto “City 100” (€ 1,70)
“Multicity” (€ 10,00)
Biglietto giornaliero “Daily” (€ 4,00)
Biglietti validi per 48 (€ 7,50) e 72 ore (€ 10,00)

Il Museo Egizio di Torino: tutto ciò che c’è da sapere

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Se dovessimo elencare le bellezze che cospargono la città di Torino, difficilmente riusciremmo a portare a termine il compito: il capoluogo piemontese è città d’arte, di cultura e di affascinante architettura. Ma anche di storia. Una storia lontana, “altra” e tuttavia in qualche modo profondamente radicata nel centro della città sabauda: proprio tra le principali vie di Torino si trova infatti il suo magnifico Museo Egizio, secondo in tutto il mondo solo a quello del Cairo per estensione ma soprattutto per importanza.

Il paragone colpisce subito, e fa comprendere immediatamente quanto sia estremamente importante il contenuto di questo Museo non solo a livello italiano ma per l’appunto in un’ottica globale. Frutto di secoli interi di lavori certosini. Gli abitanti di Torino sono certamente ben informati su questa vera e propria pietra preziosa presente sul loro territorio, ma ai turisti probabilmente sfuggono tutte le sfumature di questa eccellenza italiana: vediamo quindi tutte le informazioni ad essa relative.

Museo Egizio di Torino: la storia

Prima di addentrarci nell’analisi del Museo per come è oggi, è giusto dare la meritata attenzione ai cenni storici ad esso relativi. La storia di questa collezione ha infatti inizio in tempi particolarmente lontani, e precisamente è collocabile nell’anno 1759: tra gli altri primati, è infatti anche il più antico Museo a livello mondiale dedicato alla civiltà egizia.

Ma che cosa accadde in quell’anno? Per la prima volta vennero inviati dei reperti a Torino direttamente dall’Egitto: merito questo dell’egittologo Vitaliano Donati, da Padova. Si tratta ovviamente di una data simbolica, poiché queste reliquie non vennero destinate in maniera diretta al Museo, allora ancora inesistente.

Fu però un segnale importante, che anticipò quello che avvenne poi nel corso del 1800 in tutta Europa: si diffuse infatti una passione per il collezionismo delle antichità egizie, e di conseguenza questo secolo vide una vera e propria corsa agli scavi – italiani e non solo – nel Paese del Nilo, che portarono ad un numero incredibile di ritrovamenti,

La vera svolta per quel che riguarda il Museo Egizio di Torino arriverà però nel 1824, ed è riconducibile al re Carlo Felice: fu infatti lui a prendere in mano la situazione e ad unire varie collezioni, pubbliche e private, che erano prima sparse sul territorio del Regno di Sardegna. Il re diede vita in questo modo al primo Museo Egizio del mondo.

Questo contava, appena fondato, oltre 8 mila pezzi tutti provenienti dall’area circoscritta dell’Antico Egitto. Nel corso del ‘900 la collezione venne poi arricchita, arrivando a superare i 30 mila pezzi, e restò fisso nella città di Torino anche dopo l’Unità d’Italia ed il successivo spostamento della sua capitale.

Per quel che riguarda invece la storia più recente, è sicuramente da segnalare la grande opera di ampliamento e rinnovamento che l’ha visto coinvolto non troppo tempo fa e che però si è protratta per ben tre anni e mezzo: il 1° aprile del 2015 il Museo ha salutato i lavori ed è tornato ad essere aperto al pubblico.

Dove si trova il Museo Egizio di Torino

Dopo una rapida rassegna storica, passiamo adesso alle informazioni più pratiche in particolare per chi è meno esperto del territorio torinese: dove è situato il Museo Egizio con precisione? L’indirizzo esatto è Via Accademia delle Scienze, 6, 10123 Torino.

Un nome non casuale, perché infatti il Museo ha oggi sede nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze. Una magnifica architettura, testimonianza essa stessa della cultura storica sabauda, risalente al XVII secolo. L’edificio ha inoltre il vanto di essere, contemporaneamente, anche la sede dell’omonima Accademia delle Scienze.

Museo Egizio di Torino: come è strutturato

Abbiamo parlato in precedenza dell’opera di ampliamento che è stata effettuata non troppi anni or sono su tutto il Museo: l’obiettivo era quello di renderlo ancor più imponente certo, ma soprattutto fruibile allo stesso tempo da un numero maggiore di visitatori considerando l’enorme flusso annuale che questo può vantare.

Ad oggi quindi, l’estensione del Museo ammonta a 60 mila metri quadrati: rispetto all’inizio dei lavori, la sua superficie è stata più che raddoppiata. Il Museo è dedicato esclusivamente all’arte egizia, ma è adesso strutturato seguendo un percorso di visita cronologico che si “srotola” lungo quattro piani: tre sopra il livello del terreno, uno sotterraneo. L’intero edificio comprende anche una sala mostre, una biblioteca, alcune aree dedicate alla didattica ed altri spazi completamenti utilizzati per il restauro e lo studio costante dei reperti.

La “Fondazione Museo delle antichità egizie”

Sciolto il nodo relativo alla sede fisica, è bene precisare che a partire dal 2004 (e nello specifico in data 6 ottobre) il Ministero dei Beni Culturali ha affidato la gestione del Museo e dei suoi beni alla “Fondazione Museo delle antichità egizie” per il periodo comprensivo dei successivi trent’anni. Della citata associazione fanno parte diversi enti: la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cassa Risparmio Torino.

Tutte le curiosità sulla collezione

All’interno del Museo è possibile trovare ogni genere di reperto sulla civiltà egizia, relativi ad un periodo che dal paleolitico si estende fino all’epoca copta. Si tratta di cimeli di ogni tipo di valore inestimabile, che testimoniano ed illustrano davvero molti aspetti di quella società a noi così lontana: mummie, sarcofagi, statue, papiri, amuleti, monili e persino animali imbalsamati.

Bisogna specificare che oggi le cose sono cambiate rispetto ai secoli passati, e tutti i reperti e ritrovamenti vengono lasciati nella Nazione in cui vengono riportati alla luce: non è perciò più possibile arricchire ulteriormente le varie collezioni. quella del Museo Egizio di Torino vanta oggi circa 37 mila reperti archeologici, dei quali circa 6500 sono esposti al pubblico: tutti gli altri sono conservati nei suoi magazzini.

Di seguito i reperti più importanti e significativi presenti al suo interno:

  • Il tempio rupestre di Ellesija
  • Il Canone Reale, anche conosciuto come il Papiro di Torino
  • La tomba, intatta, di Kha e Merit
  • Le statue delle dee Iside e Sekhmet
  • La statua di Ramses II
  • Il sarcofago, il corredo e la pianta in scala della tomba della regina Nefertari
  • La Mensa isiaca
  • Il Papiro delle miniere d’oro
  • La Tomba di Maia
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Museo Egizio di Torino: orari e biglietti per il pubblico

Terminiamo questa analisi con una serie di note pratiche per tutti coloro che fossero interessati a visitare questo meraviglioso centro culturale. Per quanto riguarda gli orari, il Museo Egizio di Torino è aperto secondo il seguente schema:

Lunedì: dalle 9.00 alle 14.00
Martedì – domenica: dalle 9.00 alle 18.30

Di seguito invece tutte le informazioni relative ai prezzi dei biglietti per il Museo, e alle varie tariffe che vengono applicate. Ricordiamo ovviamente che sia gli orari che i prezzi potrebbero subire variazioni durante l’anno: per avere un quadro più preciso e soprattutto, eventualmente, aggiornato della situazione è sempre bene visitare il sito ufficiale del Museo Egizio di Torino. Ecco ad ogni modo il prezziario indicativo:

Tariffe:
Biglietto intero: 13 €
Biglietto ridotto: 9 € (dedicato ai ragazzi dai 15 a 18 anni e ai giornalisti con tessera valida)

Visita Guidata e biglietto prioritario: le guide sono disponibili in italiano, inglese e spagnolo, ed è possibile prenotare una visita guidata con accesso prioritario.

La Reggia di Venaria Reale: storia, cosa vedere e come raggiungerla

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La Reggia di Venaria Reale è uno dei patrimoni artistici più preziosi del Piemonte, nonché patrimonio dell’UNESCO. A pochi passi dalla meravigliosa Torino, per l’appunto a Venaria, si può ammirare la mastodontica bellezza della reggia, progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte.

Si tratta di una delle tante residenze Sabaude ed è in assoluto (in tutta l’Europa) la reggia più sontuosa, tanto da ispirare la futura costruzione della Reggia di Versailles (Parigi).

Reggia di Venaria: la storia

La Storia della Reggia della Venaria Reale è caratterizzata da diversi periodi di attacchi e lavori di rifacimento nonché di ampliamento.

Il merito della nascita di questa meravigliosa reggia è da affidare a Carlo Emanuele II di Savoia che volle regalare alla moglie (Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours) una dimora dove poter coltivare le loro passioni, fra le quali anche la caccia.

Da qui nacque anche il suo nome “la Venaria”, ovvero residenza destinata agli svaghi venatori.

I lavori alla sua costruzione ebbero inizio nel 1658 e furono affidati a due dei più grandi architetti dell’epoca: Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove.

La sua costruzione continuò fino al 1675, periodo in cui sia il Palazzo che il Borgo di Venaria erano quasi del tutto completati. Ad essere totalmente finita era la Reggia di Diana (cuore del palazzo).

I lavori però non erano del tutto terminati e si protrassero fino ad ottobre del 1693, quando ci fu la distruzione di alcune parti della reggia da parte dei francesi.

In seguito a ciò, Vittorio Amedeo II chiese ulteriori rinnovamenti sullo stile della reggia, la quale doveva rispecchiare i canoni sfarzosi francesi.

Nel 1706 durante l’assedio di Torino ci furono altri danni sulla Reggia, sempre per mano dei francesi. In seguito alla morte dell’architetto Garove, Vittorio Emanuele II passò le redini del progetto a Filippo Juvarra.

Quest’ultimo realizzò la Scuderia e la Chiesa di Sant’Umberto.

Dopo tre anni dalla morte di Juvarra, Carlo Alberto III chiamò Benedetto Alfieri per incaricarlo a progettare dei lavori extra sulla Scuderia. Lavori di ampliamento e costruzione di gallerie di comunicazione all’interno del palazzo.

Il declino della Reggia di Venaria

Durante la dominazione napoleonica, la reggia venne trasformata in caserma e i giardini in una grande piazza d’armi. Inoltre, la Reggia di Venaria fu utilizzata come sede della Cavalleria Sabauda.

Ma la Reggia vide ancora per parecchi anni, non più la ricchezza e lo sfarzo, ma armi e distruzioni, fino alla Seconda Guerra Mondiale.

In seguito a ciò ci fu un periodo di declino che venne caratterizzato da atti di vandalismo che spogliarono il palazzo da tutto ciò che poteva essere rivenduto.

La rinascita della Reggia di Venaria

Ma ben presto lo scempio finì e la Reggia iniziò a vedere i suoi primi barlumi di luce grazie alla Soprintendenza dei Beni Architettonici.

Per l’appunto nel 1998 ebbero inizio i lavori del grande restauro sia della Reggia, ma anche dei Giardini, del Borgo Antico e del Parco della Mandria.

Fu la più grande missione di restauro mai realizzata in Europa. Si parla di ben 100.000 metri quadrati di superficie dell’intero Palazzo restaurati, più di mille affreschi ai quali si è data nuova vita e 9.500 metri quadrati di stucchi recuperati.

Grandi numeri che riportano in vita una delle costruzioni architettoniche più belle d’Europa.

Infine, il 12 ottobre 2007 ci fu la grande inaugurazione della nuova Reggia di Venaria che si mostrava fiera e bella di fronte a tutti gli occhi dei visitatori.

Una grande corte europea che accoglie al suo interno tesori di inestimabile valore, concerti, convegni, mostre ed eventi gastronomici.

Reggia di Venaria: cosa vedere

Cosa vedere all’interno e all’esterno della Reggia di Venaria richiederebbe un articolo a parte ma in breve vogliamo elencarvi cosa assolutamente non può mancare durante un tour alla Reggia.

Iniziando dall’interno del palazzo, il primo polo espositivo da visitare è senz’altro le Scuderie Juvarriane e la Citroniera.

Sono state entrambe progettate dallo Juvarra e sono di una bellezza mozzafiato e hanno un forte impatto scenografico.

La Citroniera era l’antica serra adibita ai soli agrumi e la sua grandezza e luminosità lascia senza parole chi la visita. Stesso discorso vale per la Scuderia Grande, la quale – viste le sue misure mastodontiche- poteva ospitare ben 160 cavalli.

Le Sale dei Paggi sono situate sopra le Scuderie e ai giorni nostri vengono ospitate grandi mostre temporanee internazionali.

Le sale delle Arti si trovano nei piani superiori della Reggia di Diana. Queste sale, nel Seicento ospitavano il Teatro delle Commedie, oggi invece, ospitano mostre temporanee.

Da queste sale, affacciandosi sulle grandi vetrate si può godere di una vista panoramica mozzafiato dell’intera area occupata dai Giardini e magari -se fortunati- ammirare lo spettacolo di giochi d’acqua della Fontana del Cervo.

I giardini della Reggia di Venaria

I Giardini della Reggia di Venaria hanno riscoperto la loro bellezza a partire dai grandi lavori di restauro del 2007. Da quell’anno ad oggi i giardini stanno subendo una naturale trasformazione e fioritura che lascia senza parole tutti coloro che li visitano.

Questa sua particolarità fa si che anche chi ha già avuto la fortuna di ammirare i giardini, facendolo una seconda volta ne rimarrà comunque stupito, in quanto sicuramente alcune parti saranno cambiate.

I Giardini della Raggia possono essere visitati attraverso specifici itinerari oppure si può semplicemente passeggiarvi, rispettando la sua bellezza.

Ma non solo, al suo interno si organizzano divertenti eventi, come il trenino Freccia di Diana, la Gondola e la Carrozza a cavallo.

Reggia di Venaria: come raggiungerla e info utili

Per raggiungere la Reggia di Venaria da Torino ci sono molte scelte differenti.

  • In auto attraverso la tangenziale di Torino Nord, uscendo Venaria o Savonera/Venaria. Potete poi parcheggiare la vostra auto in uno dei tanti parcheggi limitrofi: Parcheggio Castellamonte, Carlo Emanuele II e Juvarra.
  • Con il servizio Venaria Express. È il servizio di navetta che il gruppo torinesi trasporti ha messo a disposzione per i turisti al costo di 1,70€ a biglietto (da lunedì al venerdì) e di 7€ per il sabato e festivi.

È infine, possibile raggiungere la Reggia con i treni, i taxi e per i più sportivi, in bicicletta.

Orari di apertura della Reggia di Venaria

A causa dell’emergenza sanitaria, la Reggia di Venaria è chiusa al pubblico dall’8 marzo fino a data da definirsi.

Per il periodo di normale funzionalità, la Reggia rispetta i seguenti orari:

  • Lunedì: giorno di chiusura
  • Da martedì a venerdì: dalle ore 9.30 alle ore 17.30
  • Sabato, domenica e festivi: dalle 9.30 alle 19

Gli orari dei Giardini:

  • Lunedì: giorno di chiusura
  • Da febbraio a ottobre: 10.00-16.00 (da martedì a venerdì), 10.-00-17.00 (sabato, domenica e festivi).
  • Da novembre al 6 gennaio 2020: ore 10.00-16.00 dal martedì alla domenica e festivi.

Quanto costa visitare la Reggia di Venaria?

La Reggia di Venaria offre la disponibilità di diverse tipologie di biglietti.

Biglietto Reggia + la Scuderia: intero 18 euro, ridotto per gruppi (min. 12 persone) 14 euro cada uno, ridotto under 21 e under 26 studenti 10 euro, gratuito per i minori di 6 anni.

Biglietto per i Giardini: intero 5 euro, ridotto gruppi 4 euro, ridotto under 21 e under 26 studenti 2 euro.

La Mole Antonelliana: il simbolo di Torino, storia, musei e biglietti

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Nel momento in cui si pensa a Torino, sono davvero parecchi i monumenti ed i luoghi che balzano alla mente e che meritano più di un accenno. Ma con ogni probabilità è uno a sovrastare immediatamente tutti gli altri, e ad assurgersi a simbolo principale di una città fitta di architettura ed arte in generale: la Mole Antonelliana. Un edificio meraviglioso, capace di catturare l’attenzione da ogni angolo della città e di lasciare a bocca aperta. Andiamo a scoprire tutto quello che c’è da sapere su questa icona torinese.

L’intera Italia è ricca di bellezze uniche, vere e proprie perle incastonate su un territorio che rappresenta un concreto patrimonio unico al mondo. Unico per storia, per tradizione e per varietà. Dalle piccole borgate alle grandi metropoli, lo Stivale è costellato di meraviglie uniche nel loro genere. Ed ognuna di queste, caratterizzata in maniera particolare da alcuni elementi di raro fascino.

Mole Antonelliana: Dove si trova

Cominciamo allora con le informazioni pratiche, per chi volesse ricercare questo edificio sulle mappe di modo da comprenderne la posizione all’interno della città: l’indirizzo ufficiale della Mole Antonelliana è Via Montebello, 20 – 10124 Torino. Nella pratica è chiaro che le dimensioni dell’architettura fanno sì che questa occupi uno spazio decisamente maggiore di quello destinato ad un normale palazzo.

Osservando una cartina del suolo torinese, si può osservare come la Mole si trovi in una posizione abbastanza centrale per quello che era il centro storico della città: più vicina a dire la verità a Piazza Vittorio ed al Po piuttosto che a Piazza Castello, è comunque una tappa fissa lungo la strada – Via Po, per l’appunto – che collega i due principali spazi della città fin dai tempi più antichi.

La storia della Mole Antonelliana

Ma a quale epoca risalgono le radici di questo straordinario edificio? La costruzione della Mole Antonelliana comincia ufficialmente nel 1863, ad opera dell’architetto Alessandro Antonelli dal quale prende chiaramente il nome. Il progetto iniziale però vedeva il terreno sul quale è eretta come spazio perfetto per un tempio dedicato alla Comunità Israelita Torinese ed alto circa 47 metri. Un progetto che negli anni venne rivisto e modificato più volte, da due principali fattori.

Da una parte furono determinanti le intenzioni stesse dei costruttori, che ne modificarono progressivamente la destinazione finale e soprattutto l’apparenza estetica, arrivando ad estendere il progetto in altezza fino agli attuali 165,7 metri: proprio da questo deriva la denominazione “Mole”, dovuta al fatto che per un certo periodo essa fu la costruzione in muratura più alta in tutto il mondo.

Dall’altro lato furono invece gli eventi atmosferici e le intemperie a modificarne man mano la costruzione, rendendo quest’opera anche piuttosto difficoltosa. Già nel 1887 venne aggiunto un rinforzo strutturale all’edificio, provato da un violento terremoto. Un secondo stop avvenne a cavallo dei due secoli, quando la costruzione divenne troppo costosa e, prima di poter riprendere, l’edificio venne ceduto al Comune divenendo di sua proprietà.

Non è tutto: il progetto originario prevedeva la statua del “genio alato” posizionata sulla punta dell’edificio, ma questo venne colpito da un fulmine nel 1904 per essere poi rimpiazzato dall’attuale stella a cinque punte. C’è poi da registrare un altro evento atmosferico nefasto, un violento uragano datato 1953 che causò danni molto importanti alla guglia; quest’ultima venne ricostruita nel 1961.

L’inaugurazione e la restaurazione della Mole

E proprio nello stesso anno è datata l’inaugurazione ufficiale della costruzione: questa venne posticipata per un certo periodo di modo da poter essere effettuata il 31 gennaio del 1961, così che fosse in contemporanea ad altre cerimonie relative al centenario dell’Unità d’Italia.

All’edificio venne aggiunto anche un primo ascensore turistico a partire dal 1964, che nel tempo venne perfezionato e migliorato anche a livello estetico. Dopo più di un secolo dall’inizio della costruzione, la restaurazione definitiva avvenne nel 1996 e fu opera proprio della Città di Torino che, come vedremo tra poco, ne modificò anche la natura stessa.

Mole Antonelliana: le caratteristiche

Ma quali sono le caratteristiche peculiari della Mole Antonelliana così iconica per l’intera città? Come abbiamo già accennato, la sua altezza – comprensiva della guglia – non è certo indifferente: il record posseduto in passato è ormai superato da tempo, ma la Mole Antonelliana resta uno degli edifici più alti non soltanto in Italia ma in tutta Europa.

Si tratta di un edificio completamente aperto al pubblico, con scopo sostanzialmente turistico e quindi modificato radicalmente rispetto a quello originario per il quale era stato ideato. Ma quali sono le principali attrazioni che questa costruzione può offrire, al di là della pura architettura ammirabile sia dall’esterno che accedendo all’interno?

In realtà, le motivazioni per visitare la Mole sono parecchie. Tanto per cominciare la selezione di musei e mostre che ospita in maniera permanente o temporanea. Ma anche l’ascensore panoramico interno, già citato in precedenza, che può condurre il pubblico ad un “tempietto” posizionato sopra la cupola: da quell’altezza, precisamente di 85 metri, è possibile ammirare tutta la città di Torino. Una vista davvero mozzafiato per chi non ha mai provato questa esperienza.

I musei dentro la Mole Antonelliana

Nel corso della descrizione abbiamo già avuto modo di citare i musei e le mostre, ma proviamo a contestualizzare al meglio. Come abbiamo detto l’ultimo e definitivo restauro venne effettuato nel 1996. Ed in quell’occasione la Città di Torino decise di modificare in via definitiva lo scopo di questo edificio, rendendolo la sede del Museo Nazionale del Cinema. Si tratta di uno dei musei più importanti dell’intero panorama italiano.

Strettamente connesse a questa sua funzione primaria, ogni anno all’interno della Mole vengono organizzate altre mostre legate al mondo del cinema o pre-cinematografico. Queste esposizioni temporanee vanno a miscelarsi con quelle permanenti costituite dal museo vero e proprio: questo può vantare postazioni multimediali e interattive, attrezzature e materiali professionali utilizzati sui set di migliaia di film rinomati, liberi, manifesti e fotografie di ogni tipo.

Ma la Mole può essere mostra temporanea anche all’esterno. In che modo? Attraverso una serie di proiezioni ricorrenti o eccezionali. Per esempio nel 2011 l’edificio venne impreziosito da un tricolore illuminato simbolicamente dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Negli ultimi anni la Mole è poi teatro di una bellissima iniziativa in onore delle vittime della Tragedia di Superga: il 4 maggio viene illuminata con il colore granata e lo stemma del Torino, in memoria proprio del Grande Torino, scomparso in quella data nel 1949.

 Mole Antonelliana: Orari e tariffe per il pubblico

Vediamo adesso tutte le informazioni relative all’accesso alla Mole Antonelliana: tutto quello che c’è da sapere in merito agli orari ed alle tariffe per il pubblico.

Di seguito tutte le Tariffe:
Biglietto Museo Intero : 10 €
Biglietto Museo ridotto: 8 €
Biglietto Ascensore Intero: 7 €
Biglietto Ascensore Ridotto: 5 €
Biglietto Museo + Ascensore Intero: 14 €
Biglietto Museo + Ascensore Ridotto: 11 €

Di seguito le informazioni relative al Museo del Cinema di Torino:
Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì e Domenica: 9.00 – 20.00
Sabato: 9.00 – 23.00
Chiuso il Martedì
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

Di seguito le informazioni relative all’Ascensore Panoramico:
Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì e Domenica: 9.00 – 20.00
Sabato: 9.00 – 23.00
Chiuso il Martedì
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura