Come superare un colloquio di lavoro: i consigli degli esperti

Come mai alcune persone riescono a trovare lavoro al primo colpo, mentre altre finiscono per collezionare una serie di “no” o “le faremo sapere”? Semplice: è una questione di strategia, in quanto per superare un colloquio in modo brillante non occorre un curriculum di 800 pagine, né bisogna presentare particolari referenze.

Dunque, qual è l’elemento vincente in grado di fare la differenza?

Abbiamo posto questa domanda a vari esperti: ecco a voi i principali suggerimenti!

#1 Adattarsi al contesto

Ogni ambiente di lavoro presenta delle caratteristiche peculiari. Se in alcuni contesti è obbligatorio mantenere un abbigliamento formale, rispettare le gerarchie e seguire attentamente le regole di comportamento, altrove tutto ciò non solo non è richiesto, ma può addirittura apparire fuori luogo. Pensiamo, ad esempio, ad un asilo nido, ad uno studio di tatuaggi o ad un’agenzia pubblicitaria, dove l’atmosfera è ben più “rilassata”.

Dunque, nei giorni che precedono il colloquio di lavoro, è utile informarsi riguardo al clima che si respira in azienda, chiedendo ad altri dipendenti o spulciando il loro sito.

#2 Rispondere con scioltezza

Spesso, durante i colloqui, si ripetono sempre le stesse domande. Oltre a “parlami di te e delle tue esperienze”, i grandi classici sono: “dimmi un tuo pregio e un tuo difetto”, “quali sono i tuoi hobby?”, “descriviti con tre aggettivi” e “come ti vedi tra cinque anni?”.

Pertanto, è bene prepararsi a rispondere con naturalezza – senza costringersi ad imparare frasette a memoria! – meglio se in compagnia di una persona di fiducia.

#3 Dedicarsi allo studio

C’è chi ritiene inutile “studiare” in vista di un colloquio: niente di più sbagliato!

Conoscere l’azienda presso cui si vorrebbe lavorare è fondamentale per fare subito una buona impressione sui selezionatori. Non occorre annotarsi ogni minimo dettaglio, ma è consigliabile informarsi almeno sulla storia, sui valori, sulle figure di riferimento (come, ad esempio, il fondatore) e, ovviamente, sui prodotti e/o servizi di maggior rilevanza.

#4 Porre domande mirate

Capita di frequente che il recruiter chieda al candidato di porre, a sua volta, delle domande (sulle mansioni, sull’ambiente di lavoro, ecc.). Tale occasione, a nostro avviso, non andrebbe mai sprecata, poiché permette di deviare dal solito “botta e risposta” ed instaurare un dialogo stimolante per entrambe le parti. Ok, ma cosa dire in questi casi?

Un buon argomento di conversazione è quello contrattuale: invece di concentrarsi sul lato economico, rischiando di apparire interessati soltanto alla paga, è preferibile focalizzare l’attenzione su altri aspetti. Ad esempio, potresti chiedere se è previsto un orario part time o full time, oppure se verrai inquadrato come collaboratore esterno.

In quest’ultimo caso, a meno che tu non sia già un freelance, dovrai essere pronto a seguire l’iter burocratico per l’attivazione della Partita IVA (meglio se con il supporto di un consulente fiscale di fiducia, per avere ben chiari i dettagli tecnici sin dall’inizio).