di Massimo Pipino
La TARSU (tassa sulla raccolta rifiuti) non è
applicabile per il 2010 e per il 2011
L’art. 23 della Costituzione
stabilisce che “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta
se non in base alla legge”. Alla luce di quanto sancito dalla Carta
Costituzionale si ritiene legittima l’interpretazione secondo la quale la TARSU
non sia più applicabile, in quanto manca una legge che ne preveda espressamente
l’applicabilità.
I regimi transitori, in base ai
quali, dalla data della sua abrogazione e fino al dicembre 2009, si è potuto
legittimamente applicare la disciplina della TARSU sono indiscutibilmente
decaduti.
L’art. 49 del D.Lgs. 22 del 5
febbraio 1997 al primo comma stabilisce che la tassa per lo smaltimento dei rifiuti
è soppressa a decorrere dai termini previsti dal regime transitorio. Pertanto,
è chiara la norma nello stabilire la decorrenza dell’abrogazione del D.Lgs. 507
del 15 novembre 1993, facendola coincidere con la decadenza del regime
transitorio da disciplinarsi nel regolamento di attuazione. E, dunque, è
indiscutibile che la sopravvivenza della Tarsu dipenda, per legge, solo
ed esclusivamente dalla sopravvivenza di un regime transitorio che la
proroghi espressamente (QUOD LEX
VOLUIT DIXIT).
Il D.P.R. n. 158 del 27 aprile
1999 è il regolamento di attuazione del D.Lgs. 22/1997 (c.d. Decreto Ronchi).
All’art. 11, lo stesso regolamento disciplinava il regime transitorio, in
conformità con il dettato della norma di cui al comma 5, dell’art. 49 D.Lgs.
22/1997. Tale regime transitorio stabiliva che gli enti locali erano tenuti a
raggiungere la piena copertura dei costi di gestione dei rifiuti urbani
attraverso la tariffa entro la fine della fase di transizione, la cui durata
era fissata nel massimo, inizialmente, in tre anni.
Il passaggio dalla Tarsu alla
Tia del Decreto Ronchi era, dunque, obbligato e doveva essere compiuto entro il
termine massimo fissato dal regolamento stesso.
Il termine prestabilito dal
legislatore nell’art. 11 è stato più volte prorogato fino al 2006, anno in cui
entrava in vigore il D.Lgs. n. 152 del 03 aprile 2006, c.d. Codice
dell’ambiente. All’articolo 264 il decreto appena citato stabilisce che:
“ a decorrere dalla data di
entrata in vigore della parte quarta del presente decreto restano o sono
abrogati, escluse le disposizioni di cui il presente decreto prevede
l’ulteriore vigenza: i) il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (c.d.
Decreto Ronchi). Al fine di assicurare che non vi sia alcuna soluzione di
continuità nel passaggio dalla preesistente normativa a quella prevista dalla
parte quarta del presente decreto, i provvedimenti attuativi del citato decreto
5 febbraio 1997, n. 22 continuano ad applicarsi sino all’entrata in vigore dei
corrispondenti provvedimenti attuativi previsti dalla parte quarta del presente
decreto.”
Per l’applicazione del Codice
dell’Ambiente, l’art. 238, comma 6, dello stesso D.Lgs. 152/2006 prevede
l’emanazione di un regolamento di attuazione, che, a tutt’oggi, non è stato
ancora emanato. Pertanto, nell’attesa del regolamento attuativo appena citato,
ai fini dell’applicazione senza soluzione di continuità della normativa della
TARSU rimaneva e rimane ferma la necessità di una proroga espressa del regime
transitorio.
Nella realtà, con la legge L. n.
296 del 27 dicembre 2006 (Finanziaria 2007), viene implicitamente abrogato il
regime transitorio così come previsto dall’art.11 del D.P.R. 158/1999.
Essendo stato abrogato il D.Lgs.
22/1997 dall’art. 264 del D.Lgs. 152/2006, viene infatti a mancare il
fondamento della norma ex art.11 appena citata, la quale disciplinava un
periodo di transizione con la finalità di consentire agli enti locali il
graduale adeguamento e la copertura dei costi di gestione della TIA del Decreto
Ronchi.
Infatti, l’art. 1, c. 184, lett.
a della Legge Finanziaria 2007 ha stabilito che “ il regime di prelievo
relativo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti adottato in ciascun
comune per l’anno 2006 resta invariato anche per l’anno 2007 e per il 2008”.
Come si evince, dunque, dalla
lettera della norma, il nuovo regime transitorio non è più finalizzato alla
graduale applicazione del Decreto Ronchi (D.Lgs. 22/1997), oramai abrogato dal
Codice dell’Ambiente, ma, al contrario, ha lo scopo di evitare soluzioni di
continuità nel prelievo della tassa sui rifiuti, nell’attesa che venga emanato
il regolamento di attuazione del D.Lgs. 152/2006.
Successivamente, il D.L. n. 208
del 30 dicembre 2008, convertito, conmodificazioni, dalla legge n. 13 del 27
febbraio 2009, recante “misure straordinarie in materia di risorse idriche e di
protezione dell’ambiente” all’art. 5, comma 1, ha stabilito che il nuovo
regime transitorio come previsto dal Codice dell’Ambiente era prorogato anche
per il 2009»”.
Non esiste, invece, una norma
di ulteriore e specifica proroga di tale regime transitorio anche per l’anno
2010 e nemmeno per il 2011.
Manca infatti un qualsiasi
riferimento alla TARSU nel D.L. n. 225 del 29/12/2010, esattamente come era
avvenuto precedentemente nel D.L. 194 del 30/12/2009.
È evidente che, in assenza di un
intervento da parte del legislatore, si sarebbe creata, come infatti è successo
dall’01/01/2010 e come permane ancora per il 2011, la mancanza di una legge
statale che legittimasse, in virtù della riserva di legge ai sensi dell’art. 23
della Costituzione, l’applicazione sia della Tarsu che della Tia del Decreto
Ronchi, essendo stato abrogato il D.Lgs. 22/1997 che istituiva e regolava la
Tia, e conseguentemente l’art. 49 dello stesso D.Lgs. 22/1997 che prevedeva
l’istituzione di un regime transitorio di proroga della Tarsu. Non potendo,
peraltro, un Decreto Presidenziale dettare una disciplina sopperendo alla
mancanza di una legge espressa.
La funzione di evitare un
eventuale vuoto legislativo è stata svolta, in quel momento, dall’art. 264 del
D.Lgs. 152 del 03/04/2006 e dalla L. n. 296 del 27/12/2006 (e successiva
unica modifica).
L’art. 264 stabilisce espressamente che, nonostante il
c.d. Decreto Ronchi sia stato abrogato, si dovranno continuare ad applicare “i
provvedimenti attuativi del D.Lgs. 22/1997” e, quindi, il D.P.R. 158/1999.
Pertanto, tale disposizione del Codice dell’Ambiente legittima l’applicazione
dei soli criteri di determinazione della TIA, così come, appunto, previsti dal
D.P.R. 158/1999. E non anche quelli della TARSU, come sostenuto da parte della
dottrina.
Pertanto, è facile concludere
che, vista l’abrogazione espressa, prima del D.Lgs. 507/1993 e poi del D.Lgs.
22/1997, operata da leggi successive e in conformità con quanto previsto
dall’art. 15 delle Disposizioni sulla legge in generale la norma che disciplina
il regime transitorio, contenuta nella legge n. 296/2006, è l’unica fonte
normativa che legittimi l’applicazione dell’una e dell’altra legge, altrimenti
inapplicabili. E quindi, la sua totale mancanza comporta senza dubbio
l’illegittimità
del prelievo fiscale sulla
base dell’una o dell’altra legge, in quanto abrogate. Ed infatti, per tale motivo, il D.L. n. 208 del 30
dicembre 2008, convertito, con modificazioni,dalla legge n. 13 del 27 febbraio
2009, ne ha prorogato gli effetti anche per l’anno 2009, prevedendo la modifica
nell’art. 1, comma 184, lett. a), delle parole: «e per l’anno 2008» con le
seguenti: «e per gli anni 2008 e 2009»”.
Pertanto, il regime transitorio,
e quindi la lettera a) del comma 184 dell’art. 1 della L. 296/2006, è
inevitabilmente decaduto.
Pertanto per il 2010 e per il
2011 non è stata prevista una norma che legittimi l’applicazione della TARSU
mancando, del tutto, una norma di proroga del regime transitorio.
In seguito all’abrogazione anche
del c.d. Decreto Ronchi (D.Lgs. 22 del 05 febbraio 1997), l’unica legge in
vigore rimane il D.Lgs. 152 del 03 aprile 2006. Come già evidenziato, il
regolamento di attuazione del Codice dell’ambiente tuttavia, non è stato ancora emanato. Pertanto, il regime di
prelievo in esso previsto non è, a tutt’oggi, ancora applicabile.
Ciò nonostante, il Codice
dell’ambiente risulta essere l’unica legge ancora in vigore.
Ed in particolare rilevano
due disposizioni del D.Lgs. 152/2006:
La
prima, già esaminata, è l’art. 264 del D.Lgs. 152/2006, il quale
stabilisce l’abrogazione del D.Lgs. 22/1997, e allo stesso tempo prevede
espressamente che “Al fine di assicurare che non vi sia alcuna soluzione
di continuità nel passaggio dalla preesistente normativa a quella prevista
dalla parte quarta del presente decreto, i provvedimenti attuativi del
citato decreto 5 febbraio 1997, n. 22 continuano ad applicarsi sino
all’entrata in vigore dei corrispondenti provvedimenti attuativi previsti
dalla parte quarta del presente decreto”. Per espressa previsione di
legge, quindi, fino all’emanazione del regolamento attuativo del Codice
dell’ambiente restano in vigore i provvedimenti attuativi del D.Lgs. 22
del 05 febbraio 1997 ( e non anche quelli del D.Lgs. 507 del 15 novembre
1993, perché alla proroga dell’applicazione di questi provvedeva il regime
transitorio).
La
seconda è il comma 11 dell’art. 238 del D.Lgs. 152 del 2006, il quale
stabilisce che: “sino all’emanazione del regolamento di cui al comma 6 (
cioè quello attuativo del Codice dell’ambiente), e fino al compimento
degli adempimenti per l’emanazione della tariffa, continuano ad applicarsi
le discipline regolamentari vigenti”.
La differente posizione di
ANCI-IFEL
Nella nota esplicativa del
02/03/2010, l’ANCI-IFEL ha sostenuto che: “La tesi che dal 1° gennaio 2010 la
TARSU sia definitivamente abrogata e che quindi i Comuni non siano più
legittimati ad utilizzarla si basa su una interpretazione non condivisibile
della normativa sul regime transitorio a suo tempo emanata in materia di passaggio
al regime tariffario e del dettato del comma 6 dell’articolo 238 del decreto
legislativo 29 gennaio 2006, n. 152 quando prevede che sino
all’emanazione del regolamento
attuativo della nuova Tariffa “continuano ad applicarsi le discipline
regolamentari vigenti”.
Tra queste vanno certamente
ricomprese le disposizioni regolamentari comunali. Appare pertanto sicuramente
errato sostenere che resti in vigore solo la normativa regolamentare relativa
alla TIA, con riferimento, tra l’altro al D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158 che è
soltanto una norma tecnica per la determinazione dei costi del servizio e delle
tariffe”.
Successivamente nella nota
esplicativa ANCI-IFEL del 28 dicembre 2010, a differenza di quanto veniva
affermato dalla stessa nella nota esplicativa del 02/03/2010, viene
riconosciuto che la mancanza di un provvedimento che chiarisca in via normativa
la possibilità di
mantenere il regime della
TARSU nelle more della completa attuazione della nuova TIA (art. 238, Decreto
legislativo 152/2006), determina una situazione di incertezza grave.
Nella stessa nota di legge poi
che: “appare, in ogni caso, del tutto condivisibile su questo punto
l’orientamento espresso dalla Circolare MEF dell’11 novembre, secondo cui “per
i Comuni in questione non si pongono particolari problemi, poiché possono continuare ad applicare la TARSU
utilizzando eventualmente, ai fini
della determinazione delle tariffe, i criteri delineati nel D.P.R. n. 158 del
1999”, come affermato non solo dallo
stesso Ministero con circolare n. 25/E del 17 febbraio
2000 e dalla prassi non
contestata di molti Comuni, ma anche dalla recente decisione del Consiglio di
Stato, n. 750 del 10 febbraio 2009, che evidenzia l’utilità del metodo ex D.P.R. n. 158 ai fini della determinazione della
partecipazione al costo del servizio di igiene urbana e della struttura del
prelievo, anche in regime TARSU”.
Conclusioni
Come si è già chiarito, a
tutt’oggi, non esiste il regolamento di attuazione del Codice dell’Ambiente, e
cioè del D,Lgs. N. 152 del 2006. Tale circostanza però non ha alcuna
ripercussione sulla esistenza o meno della TARSU nel sistema normativo vigente.
Comporta, invece, soltanto che, in assenza di
un regolamento di attuazione, il
Codice dell’Ambiente, continua ad essere inapplicabile, e che, pertanto, i
Comuni dovranno (e NON potranno)
applicare esclusivamente la TIA, come disciplinata dal D.Lgs. n. 22 del 1997
(c.d. Decreto Ronchi), in quanto dall’ 01/01/2010 e ancora per tutto il 2011
tale disciplina è l’unica in vigore e,
quindi, applicabile (essendo venuta a mancare la disciplina della TARSU).
Infine, non è affatto vero che i
due regimi, quello della TARSU e quello della TIA, a partire dalla data
01/01/2010, possano coesistere, poiché, allo scopo di una tale coesistenza,
sarebbe necessaria una precisa norma specifica che proroghi la TARSU, e che,
invece, al momento non esiste. In assenza della suddetta norma, la TARSU è
legislativamente decaduta al 31/12/2009, venendo meno, così, qualsiasi
possibilità di coesistenza con la TIA del Decreto Ronchi.
A prescindere da quanto fin qui
detto, si ribadisce la necessità di un celere intervento normativo che
chiarisca la situazione. Ed in questo si concorda con la posizione espressa
nella nota esplicativa di ANCI-IFEL.