Free Voices, 60 voci libere per far conoscere e amare il gospel
Gabriella Serravalle
Free
Voices, in italiano Voci Libere, un nome che richiama le radici del gospel,
nato come canto di gioia e di liberazione dalle catene della schiavitù. Il Free
Voices Gospel Choir nasce nel 1997
a Beinasco, per iniziativa di un gruppo di volontari
decisi a sperimentare il canto corale come strumento aggregativo e d'impegno
sociale. Partito da un nucleo di trenta elementi, il gruppo si è ampliato fino
a raggiungere l'attuale formazione di 60 coristi, tre ballerini e una banddi
cinque musicisti che accompagna dal vivo ogni spettacolo. Tante voci dunque,
ognuna diversa come diverse sono le esperienze, la storia e il sentimento
religioso di ciascuno dei coristi, eppure un unico canto animato dalla passione
comune per un modo di fare musica che vuole essere in primo luogo messaggio di
fede e di speranza.
Il
Free Voices si è impegnato in oltre
duecento esibizioni sostenendo e facendosi promotore di numerose iniziative di
solidarietà. Un tour ricco di incontri e contatti che hanno determinato la crescita
umana e artistica del gruppo. Queste esperienze, così come il contatto continuo
con i diversi gruppi di volontari cui il coro ha offerto il suo appoggio, hanno
contribuito a formare la personalità del Free, vicina alla più antica
tradizione del gospel e allo stesso tempo tesa alla ricerca di nuove sonorità.
La
scelta del repertoriosegue questa linea, proponendo brani che spaziano
dai cosiddetti Traditional (Amen, Oh happy day), a composizioni recenti e di
forte impatto ritmico (I will dance, Worthy). Il percorso musicale è raccolto
in tre lavori discografici, "live" ed interamente autoprodotti:
"High and Lifted up" (ottobre 2005); "Gospel, According To Free
Voices, Featuring Cheryl Porter" (giugno 2002); "Free" (settembre
2000).
A queste incisioni si aggiungono: la partecipazione alla compilation
"Gospel Explosion" con il brano "Glory to God Almighty" e
la partecipazione alla compilation "Milano Gospel Festival 2006" con
il brano "Jesus I love calling your name" cantato insieme a Bob Singleton.
Laura Robuschi beinaschese è la vulcanica direttrice del coro: «Abbiamo
appena ultimato un grande progetto che è la realizzazione del nostro quarto cd
: “The reason we sing”, un impegno lungo un anno che abbiamo potuto presentare
durante il nostro tour natalizio conclusosi il 6 gennaio al Teatro Bertolino
con il concerto benefico per raccogliere fondi per la Sla. Un lavoro che ci
rappresenta molto perché racconta in musica gli ultimi cinque anni di attività
del coro. Anni di incontri e di collaborazioni con alcuni dei maggiori
esponenti della musica gospel internazionale, primo tra tutti il nostro maestro
Bob Singleton di New York, recentemente
scomparso, al quale il cd è dedicato. Il futuro non ci vedrà fermi ma tesi a
progettare nuove interessanti opportunità di crescita per la nostra formazione,
sia a livello musicale che umano. Stiamo organizzando l’undicesima edizione di
Gospel sotto le Stelle che ormai è diventata un punto di riferimento nazionale
per il settore».
Ma
come e perché tante persone oggi decidono di far parte di un coro gospel? Laura
Robuschi: «Il canto
corale è da sempre un fortissimo mezzo aggregativo. La musica gospel, così come
tutta la musica black ha in sé una forza incredibile. Gospel significa Vangelo
e quindi alla sua incredibile e innata energia unisce anche contenuti profondi
e significativi. I mass choir come il nostro accolgono coloro che hanno
passione per la musica e desiderano esprimerla in un ambiente professionale ma
al tempo stesso familiare, dove i valori umani come amicizia e solidarietà sono
componenti importanti. Per inserirsi nel nostro
gruppo, come in tutti i cori occorre essere intonati,ma soprattutto avere
passione per la musica e voglia di mettersi seriamente in cammino per fare
un’esperienza che è indubbiamente impegnativa ma estremamente gratificante.
Spesso nelle attività del coro e più in generale dell’associazione viene
coinvolta l’intera famiglia e non solo il semplice corista».
Elisa Fabian è una delle bravissime
soliste del gruppo: «Il
nostro coro si diversifica da molte altre formazioni per la particolare
apertura e disponibilità nei confronti di chi desidera esserne parte. Le audizioni
si aprono ben due volte l’anno per permettere nuovi ingressi. Si tratta di un
impegno significativo da parte del direttore che
deve mettersi a disposizione della formazione dei nuovi elementi ma in stile
con quello che è lo spirito di accoglienza tipico dei mass choirs che cantano
gospel. Le soddisfazioni sono molteplici: a livello musicale abbiamo
collaborato con tantissimi artisti e molte formazioni italiane.Sul lato
umano siamo fedeli al motto di “Musica e Solidarietà”. La gran parte dei nostri
concerti hanno una finalità benefica e ci permettono di incontrare sempre nuove
realtà che hanno bisogno del nostro aiuto. La felicità di potersi sentire utili
e di poter fare sentire meno sole tante associazioni che lavorano per il bene
comune, di poter dare voce a chi tanto spesso lavora nel silenzio ci rende
orgogliosi e motiva il nostro cammino musicale rendendolo degno di essere
vissuto».
Ma
qual è la soddisfazione più grande che spinge così tante persone a far parte
del coro e dell’associazione? Laura Robuschi: «La soddisfazione più grande è la luce negli occhi
dei miei ragazzi quando cantano, una luce fatta di entusiasmo e di calore. Ognuno
di loro ha un vissuto personale alle spalle, una motivazione differente. Sono
estremamente diversi tra di loro, per età, per conoscenze musicali, per
esperienze di vita, ma in quel momento sono veramente tutti insieme, uniti per
un unico obiettivo. La forza che si percepisce e si raccoglie quando si è lì
davanti potrebbe accendere un reattore nucleare. La gente questo lo percepisce
nettamente. Ecco che cosa rende speciale un concerto del Free. E poi il
rapporto con il pubblico fondamentale nei nostri concerti. Non
cantiamo per noi stessi, per compiacerci, ma per instaurare un dialogo con chi
ci ascolta. E’ portare un messaggio, è fare comprendere quale grande
responsabilità sia cantare il Vangelo e cantare la musica afro-americana che
racconta la storia di un popolo travagliato e oppresso che ha trovato la sua
libertàperdendo le sue radici. Con umiltà e passione cerchiamo di portare chi ci ascolta a comprendere la forza della musica gospel
attraverso la gioia delle sue note o l’intensità dei brani lenti o il forte
sentimento dei grandi traditional e con tempi e modalità differenti la gente
comprende quando ci si pone con garbo, con sincerità ed energia. Ogni concerto
termina con il pubblico in piedi, dalla grande piazza alla piccola chiesa di
montagna. Ormai siamo a quasi 400 date».
Il Free Voices Gospel Choir fa capo all'Associazione No
Profit "Voci Libere" .
L’associazione partita con un numero di circa 30-40
iscritti ora conta 120 soci attivi e oltre 100 soci simpatizzanti .Giorgio Meinardi ne è il presidente, Michele Picco il vicepresidente.
Meinardi:
«Nata nel 1999, due anni dopo la costituzione del coro, l’associazione ha come scopo principale la promozione culturale
sul territorio e la esplica principalmente attraverso l’attività concertistica
del coro e la produzione di quattro cd musicali, un video e un dvd. Ma anche
attraverso la promozione di numerosi eventi. Il principale è “Gospel sotto le stelle”, giunto alla XI edizione. Poi il Free And
Friends, giunto alla terza edizione, che raccoglie le migliori formazioni
gospel italiane in una kermesse musicale, la produzione di musical, la promozione di
workshop, seminari e incontri con insegnanti di canto rivolti agli associati e
al pubblico esterno. L’insegnamento e la divulgazione nelle scuole della musica
afro-americana, l’organizzazione di grandi eventi culturali legati a grandi
cause di solidarietà».