
Un
libro bilingue (italiano-inglese) dedicato al BAR nella Bellezza,
nell’Arte, nel Ristoro, sotto la direzione e l’ideazione di
Eugenio Lo Sardo, con la curatela di Cristina Mosillo e Annalisa
Zanuttini, viene proposto dalla De Luca Editori libri d’Arte.
L’occasione viene fornita dalla mostra allestita presso l’Archivio
Centrale dello Stato a Roma EUR nel dicembre scorso. “ Il Bar,
luogo di incontro, a poco a poco sì è conquistato un posto con cui
nessun altro può competere nel campo della ristorazione. Tutti
indistintamente lo possono frequentare, che tu sia mattiniero o
nottambulo, avvolto da mille pensieri cupi o con la gioia e
l’allegria nel cuore vi si può accedere, sostare, riflettere,
accordarti una pausa, attendere o incontrare. Perché se c’è un
luogo sulla terra dove è più facile darsi appuntamento questo è
senza dubbio un bar”. Quanto scritto è la presentazione di
Eugenio Lo Sardo nel libro-catalogo. La pubblicazione analizza tutti
gli aspetti che il Bar riserva al frequentatore. Si inizia da una
sezione presentando uno dei più significativi progetti di bar
realizzati da alcuni dei maggiori architetti italiani, di cui si
conservano i disegni presso l’Archivio centrale dello Stato (fonte
preziosa per la storia della nostra architettura). Vengono presentati
i disegni del Bar per l’Esposizione Coloniale di Parigi nel 1931
eseguiti dall’architetto bolognese Guido Fiorini; il bar Camilloni
di via Nazionale a Roma ideato da Mario Marchi nel 1938; i disegni di
Antonio Valente per il Padiglione Vinoro alla mostra dell’Agricoltura
del 1953; i bozzetti del bar di Villa d’Este di Franco Minissi del
1969. Nella seconda sezione del libro sono presentati i “Marchi”
dei prodotti del bar attraverso disegni, progetti, modelli, brevetti
che raccontano la storia del design industriale italiano. Tra i
designer compaiono grandi firme, come il futurista Fortunato Depero
- artista trentino - che lavorò a Roma per la Campari Soda. Nel
1932 Davide Campari commissionò a Depero la celebre mai tramontata
bottiglietta ”flacone” a calice rovesciato del Campari, un
capolavoro di tratti unici e distintivi in piena rottura con i
linguaggi convenzionali dell’epoca, che regalò all’azienda un
primato assoluto d’immagine. Altri artisti meno famosi hanno reso
celebre il prodotto, affidato alla loro creatività per il successo
della commercializzazione, come il caffè, le bibite, le acque
naturali e frizzanti, i liquori. Le etichette erano importanti per il
richiamo del cliente, bisognava attrarre l’attenzione attraverso
l’eleganza del segno, la fantasia, l’ironia che i disegnatori
esprimevano con la loro grafica, al servizio della pubblicità. Nel
periodo commentato gli industriali facevano a gara per accaparrarsi
i migliori grafici dell’epoca come Carlo Biscaretti di Ruffia
(torinese, disegnatore storico e progettista fondatore dell’omonimo
museo dell’automobile di Torino), che nel 1907 fondò lo “Studio
Tecnico Carlo Biscaretti”, punto di riferimento di molte aziende
italiane ed europee per il disegno tecnico e la grafica
pubblicitaria. Ricevette importanti incarichi da grandi imprese del
settore automobilistico come Itala (di cui diventerà direttore
dell’ufficio stampa e pubblicità), FIAT, Lancia, SPA, SCAT,
Nazzaro, Ansaldo, Michelin e Solex, ma anche di altri settori per le
ditte Aurora, Olio Sasso e Olivetti. Altri grafici come il romano
Filiberto Mateldi, l’illustratore francese Achille Luciano Mauzan,
che trasferitosi in Italia collaborò con l’Agenzia Maga, dove
vennero creati celebri marchi che resero grande la ristorazione
italiana. Uno degli strumenti principali del Bar è la macchina da
caffè, nel libro viene presentata un’ampia selezione di queste
macchine. Un passaggio obbligato era ed è la registrazione del
brevetto per garantire la proprietà industriale, che serve anche
per incrementare la ricerca e lo sviluppo tecnologico a vantaggio
dell’intera collettività. Nomi prestigiosi come Giò Ponti, Enzo
Mari e Bruno Munari, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, che fra
tante ideazioni in diversi campi hanno legato anche il loro nome
alle macchine da caffè. Le pagine dell’interessante pubblicazione
dedicano poi attenzione al “ristorante” citando i progetti a
firma di architetti già precedentemente menzionati per i bar, vale
a dire Gatti, Valente e Marconi, cui si aggiungono Giovan Battista
Milani e Luigi Moretti. Tutti i disegni provengono dagli archivi
privati di architettura in possesso dell’Archivio centrale dello
Stato. Infine nell’ultima parte del volume è presentata una
bellissima serie di fotografie eseguite dal torinese Mauro
Vallinotto che nel 2010 per il Salone Terra Madre in collaborazione
di Slow Food ha realizzato scatti in mezzo a centinaia di migliaia di
contadini che si erano dati appuntamento a Torino per discutere di
biodiversità e agricoltura sostenibile. Un libro consigliabile a
chiunque voglia ripercorrere quel luogo come scrive sempre Eugenio
Lo Sardo: “Al ritorno all’alba da mete lontane il bar ti
accoglie con un abbraccio tutto italiano”.
Il volume si può
richiederepresso l’editore: De Luca Editori d’Arte Via di
Novella 22 00199 Roma tel.06 32650712.
Gianfranco
Piovano