La Biblioteca
Classense presenta, dal 1 marzo al 26 aprile 2014, la mostra Smens.
La xilografia in rivista, che racconta l’avventura della rivista Smens,
così atipica nel nuovo millennio per la sua impostazione artigianale che ne
prevede la stampa tipografica in poche copie, su un torchio a braccia e con i
testi composti con caratteri di piombo. Unica nel suo genere anche per il
metodo di riproduzione delle figure, che sono tutte incise su matrici di legno.
La collezione della
rivista è stata donata dai curatori alla biblioteca, che ora la mette in mostra
in linea con la propria vocazione, storicamente definitasi, di luogo di
raccolta e conservazione di importanti testimonianze di grafica, ed in
particolare, come in questo caso, di xilografia. Un’arte, peraltro, che
raggiunge esiti di straordinaria qualità nelle preziose xilografie
quattrocentesche delle raccolte classensi, e che idealmente si legano a queste
opere contemporanee nel segno della stessa tecnica.
È facile tracciare
adesso, dopo quindici anni dall’uscita del primo numero di Smens, un bilancio provvisorio di questa particolare rivista; Smens è stata tuttavia un’idea vincente
proprio per questa sua caratteristica di essere fuori moda. I protagonisti sono
gli autori dei testi e delle figure, tanto sorpresi per essere invitati a
partecipare a un viaggio verso l’ignoto quanto pronti a inviarci i loro
elaborati sui temi proposti. Le pagine e i legni arrivano in redazione da tutto
il mondo, da Montepulciano e da Montreal, da Montmartre e da Boston…
C’è chi ha vinto il
Pulitzer e chi il Guggenheim, chi ha rischiato il Nobel e chi ha avuto una sala
tutta per sé al Metropolitan, ma anche chi per la prima volta su Smens vede pubblicato un suo lavoro,
perché straordinariamente saturo di originalità e di poesia.
Hanno realizzato le
tavole incise dapprima Gianni Verna e Gianfranco Schialvino -
insieme nel loro “cenacolo a due”, come definì l’associazione Nuova
Xilografia che edita la rivista il critico e amico Angelo Dragone -, e
successivamente tutti i più prestigiosi e abili xilografi, da tutto il mondo, a
partire da Remo Wolf fino a Jean Marcel Bertrand, Evgenij
Bortnikov, il fiammingo Gerard Gaudaen, Leonard Baskin e Barry
Moser, Penelope Jencks, Osvaldo Jalil e ancora Salvo, Francesco
Franco, Togo, Nespolo, Tabusso, Soffiantino, Luzzati, i Casorati e
tanti altri.

Tutto qui, con molto lavoro e molta fortuna, per
aver riunito su queste pagine un grande numero di artisti (si è vicini al
centinaio), e di averli fatti cimentare con la xilografia, arte meravigliosa e
attuale, classica e rivoluzionaria, che ha permesso di stampare i tessuti in
Corea duemila anni fa e i manifesti della rivoluzione a Praga del 1968.
Un’arte facile: bastano un coltello, un pezzo di
legno, un po’ di inchiostro e carta. Insieme alla volontà di parlare
liberamente di poesia, mirare al bello, cercare un ideale da realizzare e di
vivere con la consapevolezza di poterlo raggiungere.
La mostra, a ingresso libero, è allestita presso il Corridoio Grande della Biblioteca Classense e rimane aperta dal 1 marzo al 26 aprile 2014 coi
seguenti orari:
dal lunedì al
venerdì ore 9:00-19:00; sabato ore 9:00-18:00.
Per informazioni:
tel. 0544.482116 - segreteriaclas@classense.ra.it